Chi è il missionario?
Egli è colui che parte e che porta nel mondo la Parola e il Corpo di Gesù. Egli è un inviato della comunità dei credenti, un testimone della comune memoria.
Eppure spesso, il missionario, giunto sul luogo dove la comunità l’ha inviato, si scopre inutile.
Arrivato con l’intenzione di convertire, egli scopre che i “primitivi” sono più bravi di lui; scopre che essi vivono con poco e che quel poco lo condividono con gli altri con estrema generosità e altruismo. Egli scopre, poi, con angoscia, che non ha loro nulla da dare; anzi, sono loro che pian piano lo convertono. E, per di più, hanno pure Dio. Forse lo chiamano con un altro nome, ma Egli è ben presente e radicato nel loro cuore.
Lo invocano nelle notti di luna piena, gli offrono le primizie dei campi, gli dedicano i bambini che nascono dal grembo delle loro donne, lo temono quando la tempesta infuria e i cieli si scuotono in fragorosi rimbombi.
Allora il missionario scopre che egli ha ben poco da convertire. Il suo compito consiste essenzialmente nel saper innestare sulle loro abitudini, sulle loro culture, sul loro credo, la notizia della venuta del Figlio di Dio, Gesù, su questa terra, nel rivelare loro il dono della Sua Parola, nel celebrare con loro il Suo estremo sacrificio.
Egli, a poco a poco, scopre il senso del gruppo, il valore del presente, la bellezza della fraternità, e da missionario, diventa terra stessa di missione, da fecondatore, fecondato, da liberatore, liberato.
Ecco chi è, oggi, il vero missionario.