Manuela Mazzarol

 

TERZO CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE
Poeti e Scrittori Uniti in Beneficenza
 

1° PREMIO
Manuela Mazzarol di Milano
 
Opera premiata:
IL PROFUMO

Mi hanno fatta entrare.
La sala dei banchetti me l’hanno lasciata attraversare.
In realtà i servi mi conoscono bene…
Quante volte sono stata qui di notte, quante volte sono uscita prima dell’alba, prima che la notte sparisse, perché nessuno, fuori di qui, mi vedesse…
Conosco bene il padrone di casa, anzi è stato proprio lui a dirmi che il Maestro sarebbe stato suo ospite…
Conosco quasi tutti gli uomini, qui.
Sì, proprio quelli che, vedendomi ora, si dicono l’un l’altro: è una pecca-trice…
Tuttavia so che il mio peccato a loro piace, eccome.
Per gli uomini è sempre facile dare la colpa a qualcun altro…
Dare la colpa a me.
Del resto, ci sono abituata.
Non sono neanche cattivi… soltanto ipocriti.
Io li conosco, li vedo come sono quando non c’è nessun altro…
Insegnano loro che devono esser forti, che tremare e piangere è sbagliato, che avere compassione è un atto di debolezza… e loro hanno imparato a rinnegare la parte più profonda di se stessi, quella che parla nel cuore.
Non è facile essere uomini, né è facile esser donna… eppure nel mio di cuore, c’è un grande desiderio di dare… ma anche io sono stanca.
È come quando si calpestano dei fiori… è tanto semplice, si fa con noncuranza e indifferenza e poi a chi importa?
Son soltanto dei fiori… non servono a nulla.
Ma come vorrei che qualcuno mi guardasse come una donna, e non come a un oggetto, come qualcuno a cui si possa anche dare, e non soltanto pren-dere…
E a me non capiterà… la peccatrice, ma che cosa pretendo?
Porto con me un vasetto di olio profumato… farò quello che so fare, prendermi cura del corpo degli uomini…
Anche di questo Maestro, che dicono sia diverso.
Sono qui apposta per incontrarlo.
E lo è.
È diverso.
Chi è mai Costui?
Lo capisco subito!
Appena sono alla sua presenza sento qualcosa… qualcosa che mi spinge ai suoi piedi, ma non perché la gente non mi veda, ma perché accanto a lui una donna come me non può stare alzata…
Quest’uomo ha un profumo.
Come posso spiegare?
Bisogna essere come me per capire.
È scalzo, e devo proprio dire quanti piedi mi è toccato trattare nello stesso modo in cui tratto questi?
Ma quest’uomo è diverso e sono confusa…
Eppure capisco, d’un tratto: l’inutilità dei gesti di accoglienza, di amore sprecato che finora ho disperso, come semi su un campo.
Quest’uomo è l’unico che mi fa piangere e lo faccio, nascosta nei suoi piedi, per tutti gli amori miei, creduti sempre quello giusto, e invece perduti, perduti come foglie che girano in una fonte, finché smettono di galleggiare e vanno a fondo…
Quest’uomo ha un profumo che viene da dentro e nessun’altra come me, che conosce tutti gli odori del corpo, specie di quello maschile, nessun’altra può capire che è come se quest’uomo venisse da un altro mondo… un mondo dove ci si può amare e non ci si usa, un mondo dove c’è dignità e rispetto e dove anche un povero amore come il mio non è calpestato…
Piango con tutto il mio cuore e bacio quei piedi e la parte più bella di me, sì, quella che gli uomini ammirano, ma soltanto di nascosto, i miei capelli, lunghi, lunghissimi e morbidi, li uso per asciugare i piedi di quest’uomo… e non ne conosco neppure il nome.
Cospargo quei piedi con l’essenza profumata che mi sono portata, ammaliata da quel suo profumo, che il mio non potrà mai eguagliare, da quella voce…
Nessuno ha mai parlato come quest’uomo… possibile… possibile che stia dicendo…
Possibile che stia dicendo che i miei peccati sono perdonati?
Adesso mi sta proprio parlando.
E quello sguardo rivolto proprio a me, che sono ai suoi piedi e che a stento riesco ad alzare il capo verso di lui, non lo dimenticherò.
“Tu hai molto amato. La tua fede ti ha salvata: va in pace!”.
 

Sono stata con tanti uomini.
Egli non ha rigettato i miei gesti, i miei soliti gesti da mercenaria dell’amore, eppure ho saputo di non averlo potuto sedurre…
Lui invece ha sedotto me, con quel suo sguardo e le sue parole.
Con una frase si è preso tutta me stessa… per sempre.
Attraverso con calma la sala del banchetto per tornare a casa.
Le mie spalle sono diritte.
Sorrido.
D’ora in poi, rammenterò un amore più grande… l’Amore.
L’ho riconosciuto…
… dal suo profumo.

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