Racconto
di Elena Molteni
Pagine: 35
Prezzo: 6,50 euro
ISBN 978-88-6170-020-8
 


 

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PROFILO DELL'AUTRICE

ELENA MOLTENI è nata a Como il 28 ottobre 1966.
Sposata, è madre di Giacomo e Paolo Francesco.
Ha conseguito il diploma magistrale. La natura è la sua vita, per questo svolge presso alcune scuole materne ed elementari attività volte ad avvicinare i bambini ai problemi dell'ambiente, e quando è possibile realizza con loro anche oggetti con materiale di recupero. Da qui il soprannome “Elfo Elena”.

 

QUANTE STORIE PER UNA GOCCIA D'ACQUA

Seduto tra la chioma del pino più alto del bosco, un elfo osservava una strana nuvola che, contorcendosi, emetteva fragorosi tuoni.
- Qualcosa non va?- le chiese.
- Sono carica di pioggia - rispose lei. - Ma le gocce non vogliono scendere a terra, perché dicono che è troppo inquinata e che l’uomo non ha rispetto per l’ambiente. Parla tu con loro. Ti prego. -
L’elfo allora si rivolse alle gocce cercando di convincerle che le cose stavano cambiando, ma poichè sembravano non voler sentir ragione, propose che una di loro scendesse con lui per controllare di persona.
Come ogni mattina Alice finita la colazione ripose la tazza nel lavandino e corse in bagno dove la mamma aveva già preparato lo spazzolino e il bicchiere colmo di acqua.
Spazzolò bene i dentini sbirciando di tanto in tanto nello specchio e, quando fu sicura di aver fatto un buon lavoro, prese il bicchiere e sorso dopo sorso sciacquò la bocchina.
Aiutata dalla mamma indossò la giacca, quindi, controllato che i rubinetti di casa fossero ben chiusi e le luci spente, uscirono per andare a scuola, seguite dall’elfo e dalla Goccia d’acqua...
Il sole spendeva illuminando bene le aule così maestre e bambini decisero di spegnere le luci:
- Possiamo risparmiare energia in tanti modi - spiegò una maestra. - Per esempio: per realizzare il nostro tubo della pioggia, ci servono cilindri di cartone, qualche spillo, qualche manciata di riso, la colla, le tempere e del cartoncino colorato.
Per fabbricare tutte queste cose vengono impiegate materie prime ed energia e, si producono dei rifiuti. -
Gli alunni ascoltavano attenti:
- Noi possiamo scegliere! - continuò un’altra maestra. - O compriamo materiale nuovo o cerchiamo a scuola e a casa tra le cose che non usiamo più se qualcuna può esse riutilizzata. -
Nessuno ebbe alcun dubbio: il materiale di recupero andava benissimo e la scuola si trasformò subito in un vero e proprio laboratorio.
I bambini si divisero i compiti, così sui tavolini coperti con vecchi giornali alcuni distribuirono le anime di cartone dei rotoli di carta igienica e degli asciugatutto, e altri i bicchierini e le vaschette di plastica, una volta contenitori di gelato o di yogurt, colmi di colori a tempera diluiti.
Sotto gli occhi stupiti della Goccia, i cilindri di grigio cartone vennero trasformati con colori e pennelli in allegri e variopinti tubi: ma il suo stupore fu ancora più grande quando, finito di colorare, i piccoli artisti andarono a turno in bagno per lavare pennelli e manine: aprivano i rubinetti quel tanto che serviva e li richiudevano appena finito!!
- Questi bambini sono bravissimi! - esclamò ammirata.
L’Elfo sorrise. Lui lo sapeva già.

Dopo pranzo tutti uscirono in giardino e si riunirono in un angolo dove la terra era stata vangata, concimata e coperta con un telo nero; Goccia a quella vista inorridì, ma l’elfo le fece segno di tacere e di ascoltare.
- Cosa ci ha spiegato il nonno di Alice quando ha steso il telo speciale sulla terra? - chiesero le maestre.
Giacomo alzò la mano e cominciò a raccontare:
- Il telo nero non lascia uscire l’umidità che si trasforma in goccine e ricade sulla terra, ma se piove o innaffiamo, l’acqua può passare sotto. -
- Gli ha fatto dei tagli a croce per piantare i fiorellini. - aggiunse Francesca.
- Bravi - disse la maestra. - Questo sistema che si chiama pacciamatura, permette di risparmiare acqua e non crescendo erbacce , non si devono usare diserbanti, che sono velenosi e inquinano. -
Anche Paolo voleva raccontare qualcosa e alzata la manina...
- La mia mamma, prima lava le verdure, poi usa quell’acqua per bagnare i fiori, ma non nelle ore più calde. -
- Io a casa faccio la doccia - raccontò Marta - così consumo meno acqua. -
- Mia mamma apre il rubinetto solo per risciacquare, non lascia scorrere l’acqua senza motivo - affermò Eleonora con tono solenne.
Sullo sciacquone del mio gabinetto ci sono due pulsanti per fare scorrere più o meno acqua - disse Lele - invece noi, aggiunse timidamente Matilde - abbiamo dentro un mattone così si riempie meno e, tra consigli e proposte il pomeriggio trascorse in fretta, e quando la mamma di Alice tornò a prenderla, Goccia e l’Elfo le seguirono di nuovo fino a casa.

continua

- VETRINA LETTERARIA -

 
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