Poesie di Grazia Bianchi
       Pagine: 46 
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       E-mail: bianchi_grazia@virgilio
       Tel.: 339 7859824

     

    INTRODUZIONE

    Si riconosce nella poesia di Amalia Guglielminetti un merito assai grande e altamente lodevole, che è quello di ritrarsi intera nei suoi versi, proprio perché la sua passione fu vera, indomabile, perenne; le sue rime sono un’autentica rivelazione dell’anima sua.
    Una scelta di testi selezionati per osservare come sappia parlare una donna che ama veramente, assegnandoli tra i versi più belli ed appassionati che abbia la lirica italiana.
    Non c’è eleganza ma schiettezza, non imitazione ma poesia spontanea, femminile, affettuosissima, c’è il mesto canto di un usignolo.
    Chi ha saputo esplorare, nelle insondate miniere dell’anima, le potenze e le risorse della poesia, scopre innumerevoli orme di grazie soprannaturali. Chi tesoreggia e zela questi doni gusta la propria personalità e proporziona a tali sublimità la profondità del suo amore.
    La sua poesia delicata, incantevole, raffinata, vera ed immediata, universale ed introversa, coltissima, versatile ad ogni stile e ad ogni problematica esistenziale, illumina con grazia i piccoli grandi momenti della nostra vita e ci avvicina al centro del cuore.
    E insieme al suo ricordo, che incanta ed appassiona, davanti ai nostri occhi, scorre tutta un’epoca…
    E chi potrebbe negarle la corona melica tra i rimatori del Novecento?

    Grazia Bianchi

        Una Poetessa
        
        Ella va sola
        nei molti canti
        amari ed allegri…
        Non è Ada Negri
        né Annie Vivanti.
        Ma quando una carola
        d’amore intreccia
        ella scivola, sfreccia
        rapida e civettuola…
        E non va sola!
        Pure originalmente
        nell’Olimpo s’accampa
        per la sua vampa
        dolcistruggente…
        Non è Gaspara Stampa,
        Veronica Gambara,
        né la Contessa Lara.
        Ella va sola,
        certo non vibra
        però se il canto libra
        fuor dell’umana scorza,
        talvolta vola;
        prende a cantar con forza
        ma poi si smorza,
        la cetra sua si scheggia
        e il suono ondeggia
        tra un bacio ed uno schiaffo.
        No, non è Saffo!
        Ma aggiungi un’emme
        al nome di battesimo
        ed ecco l’incantesimo
        delle sue gemme,
        o moderna Castalda
        in diciottesimo:
        Guglielminetti? Ammalia!
        
        *
        
        Poetessa autrice eccétera,
        son la Guglielminetti
        se più ce n’hai, ne metti,
        ché mi farà piacer…
        
        
        Preghiera
        
        Ci guarda, o Dio, dal tuo cielo immenso
        Tu che immenso pur sei.
        Clemente affisa, o eterno Padre i figli
        tuoi, smarriti, non rei.
        
        Padre, Tu sai gli errori, i mali nostri,
        il nostro pianto sai.
        Tu l’affannoso nostro grido intendi
        che non si tace mai.
        
        O Dio, a Te la vita non chiedemmo,
        siamo forzati a soffrir,
        la tua legge che eterna a noi sovrasta
        ci condanna a morir.
        
        Sudditi siamo di un sovrano aspro
        che ne strazia: il Dolor.
        La bieca Morte il suo suggello nero
        c’impresse in mezzo al cor.
        
        Alto Signor, al cenno tuo la terra
        si prostra e trema il mar,
        fiammeggia il ciel. Sotto il tuo eccelso sguardo
        umile il sole appar.
        
        Noi, a la polve del terren confusi,
        ribelli a Te sarem?
        Noi la voce di atomi orgogliosi
        imprecando alzerem?
        
        Padre, perdona. Questo spirito altero
        è una stilla di Te. 
        Ci ferve in cuore una follia sublime,
        noi ci sentiamo re.
        
        O Padre, in atto di supplicazione
        leviam la fronte al ciel,
        pieno lo sguardo de la fiamma Tua
        che non teme l’avel.
        
        Signore, a Te la semplice preghiera
        salga piena d’ardor,
        sì come al sole l’inno della terra.
        Tu ci esaudi, Signor.
        
        Fa che la vita non sia tutta vana.
        Fa che il radioso april
        de l’anima il suo fior doni di luce,
        non mai di fango vil.
        
        Fa che c’inondi di dolcezza buona
        il raggio del tuo sol
        e fecondi il granello di semente
        ascoso in seno al suol.
        
        Fa che trionfi la giustizia, il bene,
        l’Evangelo di amor
        che predicava il giusto Figlio Tuo
        con inspirato ardor,
        
        alta la fronte in contro al ciel d’oriente.
        Il tuo sguardo immortal
        ci trattenga se l’onda de la vita
        ciechi ne spinge al mal.
        
        Ci sorridi, o Signor, ne la purezza 
        del sogno e del desir.
        Fa che serena immagine di pace
        Vediam Morte venir.
        
        		da “Voci di giovinezza”
        
        

- VETRINA LETTERARIA -

 
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