Poesie di Francesco Scaffei
   Pagine: 37 
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PROFILO DELL'AUTORE

FRANCESCO SCAFFEI, nato a Firenze il 03/01/1948 - La passione per l’arte e la letteratura, legate alla sua naturale sensibilità verso i problemi sociali, lo hanno sempre accompagnato nella vita, spingendolo a riversare sulla carta le proprie emozioni scrivendo poesie e piccoli racconti, sempre rimasti nel cassetto. Nell’anno 2003 ha deciso di aprire quel cassetto e partecipare a vari concorsi nazionali e internazionali, dove ha conseguito alcuni premi e riconoscimenti. Sempre legato alla sua passione artistica, ha frequentato corsi di iconografia, che lo hanno iniziato alla pittura di icone, utilizzando l’antico metodo dei monaci.


      Nata alle rose
                                     (a Tiziana) 
      
      
      Sei arrivata un mattino di giugno /
      eri vestita tutta di rosa
      con un gran ciuffo di capelli neri /
      il nostro sguardo si è incrociato
      e dentro me una voce mi ha detto:
      da oggi ci sono anch’io
      quindi giudizio capellone.
      Eri piccola e appena nata 
      ma già mi incutevi timore /
      sentivo qualcosa dentro me 
      che allora non capivo /
      ma oggi so che era amore.
      In questi anni tu crescevi
      ma io non ero presente /
      credevo fosse più importante 
      darti un benessere materiale / 
      non capivo l’importanza
      di altri valori nella tua vita. 
      Mi sono perso i tuoi primi passi
      il primo giorno di scuola 
      e sicuramente molto altro /
      a cui oggi non rinuncerei
      per niente al mondo.
      Sarà che sto invecchiando
      oppure che tu sei già donna /
      so anche che le cose perdute
      non si possono recuperare
      e non cercherò di farlo /
      ma so di certo che proverò
      con tutte le mie forze
      di non perdermi più niente /
      di ciò che ci riserverà
      il nostro futuro insieme.         

      Firenze assassinata
       Ogni notte dalla città
       si alza un grido di dolore /
       che percorrendo le strette 
       e buie strade medioevali /
       giunge fin sulle rive
       bagnate dall’Arno /
       e trasportato dalla corrente
       delle sue vivaci acque /
       mi raggiunge raccontandomi
       le brutture inflittegli. 
      
       È la mia Firenze
       che chiede di essere salvata / 
       che mi racconta delle ferite
       infertegli dalla gente /
       che indifferente / non sa di vivere
       in una città che muore 
       diventando solo pietra.
        
       È Firenze città del mondo
       colpita da chi la declama ma non l’ama / 
       che diventerà un inanimato monumento
       su cui poi tutti / vorranno discutere
       sul perché e sul come è stata uccisa. 
      
       Urla Firenze / continua a gridare
       sotto i colpi dei tuoi assassini /
       fa  che la tua richiesta d’aiuto
       salga  fiera sul carro del vento /
       e come un’eco rimbalzi all’infinito
       fino a quando non ti sentiranno
       e accorrano in tempo a salvarti.

      A Miriam
      			  (alla mia mamma)
      
      Vento / soffia e scompiglia i miei capelli /
      	portandomi la dolce voce
              di colei che più non vedrò.
      
      Vento / corri  sulle lunghe scogliere
      	e al frangere delle onde marine /
      	raccogli fredde gocce d’acqua
      	che bagnandomi mi ricordino /
      	le sue soavi e calde parole.
      
      Vento / sospingi le nuvole in cielo
             	che rincorrendosi si fondano /
             	prendendo la forma del suo volto /
             	ora dolce ora severo 
             	ma inconfondibile.
      
      Vento / fischia fra le fronde degli alberi
             	di un  bosco a primavera /
             	componi una soave melodia 
             	che stordendomi /
             	mi  faccia sentire 
             	ancora le sue risate.
      
       Vento / striscia al sole scaldandoti
      	 e avvolgimi in un caldo tepore 
               che mi ricordi /
               il suo tenero e caldo abbraccio.
       
       Vento / fermati in un eterno istante /
               fa che la possa sentire 
               sempre a me vicino
               come il mio caro angelo custode.

    - VETRINA LETTERARIA -

     
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