Ecco una tenera storia di animali resi umani, con i loro pensieri, le
loro paure, le gioie e gli affetti le cui caratterizzazioni riproducono
in gran parte quelli degli uomini. Una storia che è ben di più di una
“favola” e che, in un primo momento, ricorda da vicino “La fattoria
degli animali” di Orwell.
Ma qui il
“sociale” della “Fattoria” scivola nell’individuale, nel quotidiano. Qui
non esiste una particolare mira allegorica e gli animali non sono usati
per “rappresentare” la società con le sue tendenze, bensì convivono con
l’umanità nell’ambito di un normale Circolo del tennis.
E, in
questa “convivenza”, è un “umano” (Tony) che riesce a raccogliere e
tradurre in un libro i pensieri dei due personaggi principali del
romanzo, la gallina Beatrice e il gatto Nikita.
Insomma è
un libro sul rapporto quotidiano tra due mondi solo fisicamente vicini,
quasi un ponte che porta ad un mondo “allargato” a specie diverse. Un
libro che prende per la sua semplicità e per la carica di vera umanità e
che supera una visione solo “animalista” della vita per giungere a una
comunanza che può definirsi amicizia e comprensione.
Cesarina
Bo