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Autrice: Mariateresa Biasion Martinelli
Editore: Penna d'Autore
Grandezza: ePub 230 KB - PDF 283 KB
Data Pubblicazione: 08/04/2013
ISBN 978-88-6170-004-8
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Sin dalla lettura della
lirica di apertura, «Io sarò», traspare la presa di coscienza, da
parte dell’autrice, di essere parte del Tutto, piccola componente di un
universo caratterizzato da un ciclo perenne di trasformazione: «Sarò
terra nella terra, / radice di acero e pino, / polline di gigli
selvatici».
Fortunatamente lontana dalla tentazione di adeguarsi all’imperante
concezione antropocentrica, Mariateresa Biasion ci mostra una natura
indifferente ai destini umani, come attesta il vento che «Indiscreto
/ si insinua / tra i miei corti capelli, / come carezze / di amante
infedele» per proseguire poi «nel suo eterno cammino» e come
si evince da una lirica di grande impatto emotivo quale «Le isole
perdute», evocante lo spettro dello Tsunami: «La grande onda /
creò / il silenzio. / Nell’infinito / si generò / la morte. / L’acqua, /
fonte di vita, / si trasformò in un soffio disperato. / Il grido dei
gabbiani / tacque / forse per paura, / forse per rispetto».
Tuttavia, l’uomo continua a confidare nel perdono e nella clemenza da
parte di una Natura quotidianamente ferita: «Il canto dei grilli /
non tace / e ridona speranza / nel perdono della natura, / offesa /
dalla mano indifferente / dell’uomo» («Canto di speranza»).
Un’altra tematica di notevole spessore affrontata dalla poetessa
trentina è quella dell’orrore provocato da guerre e violenze nella vita
e nel cuore dei più piccoli.
Si sofferma sulla tragedia di Beslan, Mariateresa Biasion,
abbandonandosi a una constatazione solo in apparenza banale: «Con il
dolore innocente / si nutre la violenza» e con le liriche «Bambino»
e «Danza anche tu» canta il dramma dei bambini indiani,
palestinesi, brasiliani, dell’est europeo e ancora di quelli somali, di
Bosnia, del Ruanda per approdare alla intensa e commovente poesia «Rosa
del deserto» nella quale la giovanissima protagonista è vittima al
tempo stesso dei pregiudizi e delle violenze del mondo e di quelli della
società nella quale vive, legata a tradizioni che sono il «retaggio /
di ancestrali barbarie» (chiaro è il riferimento alla infibulazione)
e che la costringeranno, poco più che bambina, a sposare un uomo che le
viene imposto: «Troppo presto / ti possiede quell’uomo / che non hai
scelto. / Troppo presto / nel tuo ventre / germoglia la vita, / che non
sai se potrà vivere».
Non manca, infine, la tematica sentimentale rappresentata dal
trascinarsi stanco di un amore finito («Una storia»), da fiammate
passionali come in «Rinascita», dove «Gocce di passione /
hanno risvegliato / pulviscoli di attimi» oppure dall’amore di una
madre («Per voi i miei figli») felice del proprio sacrificio: «Ho
rallentato / i miei giovani passi / per seguire / il vostro cammino».
Prefazione di
Roberto Tassinari |