Collana di Penna d'Autore

 

Gran Premio Letterario Europeo Penna d'Autore - PREMIO SPECIALE

IL QUADRIFOGLIO

Ludovica Mazzuccato


Stamattina è arrivato l’esito dell’esame. Sinceramente sono sempre stata un po’ scettica nei confronti di tutte queste indagini prenatali che la medicina moderna ritiene indispensabili. Una volta i bambini nascevano in casa e le mamme lavoravano nei campi fino al giorno prima di partorire. La scienza si illude di salvare vite con la prevenzione, ma è Dio che muove ogni filo di questo teatrino; noi però non siamo burattini senza il diritto di interagire, anzi abbiamo l’arduo compito di dire la battuta giusta al momento giusto. Ed io in questo momento sto consultando il copione della mia coscienza. No, tesoro, non ce l’ho con Dio. Ti sento tirare i primi calcetti: non potrei proprio essere arrabbiata con Dio! La dottoressa che mi ha dato il responso è stata un’ottima attrice perché ha finto alla perfezione di essere addolorata, ma ha detto la battuta sbagliata: «È ancora in tempo per…». In tempo per “aspirarti” come uno di quei rotolini di polvere che si formano sotto il divano e che l’aspirapolvere inghiotte avido. Non sei “perfetto”. L’ha deciso quell’esame e quella dottoressa con gli occhi un po’ strabici. Nemmeno lei è perfetta, ma con lo stetoscopio intorno al collo si sente una venere. Sì, tesoro, sono arrabbiata con la dottoressa. Ho il diritto di prendermela con qualcuno, soprattutto con chi non dimostra nemmeno un briciolo di umanità e si beatifica in un sano realismo. Si è meravigliata che non mi sia messa a piangere, a tal punto che mi ha consigliato di andare dallo psicologo. Chi non ha reazioni visibili di fronte ad una tale tragedia significa che non ha la forza psicologica per affrontarla. Forse, semplicemente per me non è una tragedia sapere che hai un cromosoma in più. La dottoressa mi ha dato un depliant informativo su quello che sarà il tuo handicap, forse per fornirmi dei buoni motivi per buttarli via, ma nel cestino è finito il depliant. Solo quando sarai nato comincerò ad informarmi per essere una mamma all’altezza delle tue aspettative.
Handicap. È un termine usato nel golf e rappresenta i colpi in più rispetto ad una media ideale che un giocatore utilizza per completare il giro di diciotto buche. Più è basso l’handicap più il giocatore è bravo, ma non è detto che si possa vincere un torneo anche con un handicap apparentemente alto. Non sono un’illusa, mi rendo perfettamente conto che partirai “svantaggiato”, ma avrai tutte le possibilità di recuperare: il dono della vita non è mai una punizione!
La derivazione etimologica di handicap è dall’inglese hand cap, mano nel cappello, e si riferiva ad un gioco d’azzardo; allora tesoro mio piccolino, azzardiamo insieme questo gioco dove la cosa più importante è partecipare.
Sto aspettando che torni tuo padre per raccontargli tutto. Mi ascolterà silenzioso tenendomi la mano. Perché proprio a noi?
Forse Dio sa che noi siamo in grado di amarlo veramente questo bambino. Poi mi abbraccerà. È capitato spesso di parlare di situazioni simili a quella che stiamo vivendo noi, in prima persona, e la sua sensibilità è sempre stata sullo stesso pentagramma della mia. Certo, si dice sempre, che non si può giudicare finché certe cose non si provano sulla propria pelle, ma ora è proprio la mia pelle che si accappona e nel mio cuore, tra un umano smarrimento, c’è lo stesso sentimento. No, non posso nemmeno immaginare che tuo pare avrà una reazione diversa, perché abbiamo bisogno di lui: tutti per uno e uno per tutti! Non ti nego che, inevitabilmente penso già al tuo futuro, al difficile equilibrio del proteggerti rendendoti indipendente. Penso agli occhi della gente che non cerca l’uguaglianza nella condizione di esseri umani, ma in quello stereotipo di uomo che conforta l’ignoranza. Penso alle umiliazioni che dovrai subire, alle risatine di scherno, ma anche alle tante persone al mondo che ti tenderanno la mano con amore e sincerità. Penso che il dolore faccia parte degli ingredienti della vita, ma se non ci fosse il sapore amaro non sapremmo apprezzare il dolce! Coraggio: so che tu mi darai la forza necessaria per trasformare in energia ogni lacrima.
Sto ripiegando la tua tutina. È verde speranza, colore “neutro” visto che non ho voluto nemmeno sapere se sei maschio o femmina.
Finalmente sono abbastanza serena per piangere e i tuoi movimenti dentro di me mi sembrano carezze.
Ci si affanna a cercare nei prati un trifoglio che abbia una fogliolina a cuoricino in più, ed io che ti porto dentro di me con un cromosoma in più non ti dovrei amare? L’essere umano è così bravo nel sentenziare che cosa è speciale e che cosa, invece, è sbagliato perché “diverso”. Per me sei solo il mio bambino e questo ti rende già speciale. Non pensare che la tua mamma sia sempre stata così saggia: sei tu che l’hai resa consapevole di quanto sia meraviglioso il miracolo della vita!

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