1° Premio Trofeo Penna d'Autore 2003 - Sezione romanzo inedito: Marina Vio

 

1° PREMIO - ROMANZO INEDITO

VANILOQUIO
pubblicazione gratuita
curata dall'A.L.I. Penna d'Autore

Autrice: Marina Vio (Venezia)

PREFAZIONE di Mariateresa Biasion Martinelli

Vaniloquio è l’affascinante, disperato romanzo dell’eterna lotta fra il Bene e il Male, fra l’Amore e l’Odio, fra la Vita e la Morte.
È lo straordinario racconto del tragico, «magnifico segreto» e «frutto di una vita», di Mr. Hewitt, che da più di sessant’anni trascina attraverso il tempo, l’involucro del suo corpo, svuotato dell’anima, perduta con la fine della Donna amata.
E sulle rive dell’oceano, a Long Island, mentre le onde s’infrangono morendo sulla spiaggia e rinascendo, «com’è per tutto», Mr. Hewitt, lacerato dal dolore, le osserva e sente che è giunto il momento di svelare quel segreto; l’unica persona che gli è vicino è il domestico Nathan, che lo assiste nella sua infermità.
Ed il tempo si ferma, l’«arcano palese» si rivela, attraverso l’apparente vaneggiare del vecchio, dei suoi ricordi di viaggio, di ciò che ha segnato per sempre ciò che resta della sua vita. Le immagini si dipanano e diventano reali.
Quel «Pesce d’Argento», come viene chiamata la grande Aeronave che nei primi decenni del Novecento trasvolava l’oceano, gli appare come se fosse oggi, e in quella storica evoluzione del progresso ripercorre le vite distrutte dalla forsennata sete di potere assoluto dell’uomo. Il fuoco è la parte predominante del racconto di Mr. Hewitt, che narra di quel tragico viaggio del lontano 1937, dove in una partita giocata tra il Bene e il Male erano state messe in palio le vite di molte persone.
Il racconto inizia subito con l’incontro con la donna amata fin dal primo momento, la donna del fato, di colei destinata ad appartenergli per l’eternità. Sara però appartiene a un altro uomo, un uomo che l’ha sposata per renderla schiava, per ribellarsi di un passato di umiliazioni impostegli dal padre di lei nel periodo in cui era un semplice dipendente. Poi la vita cambia, le parti si invertono, e lui Hermann Gruber, diventa suo marito, il suo carnefice. Grazie alle sue conoscenze sul Fuoco, l’uomo è convinto di aver raggiunto il potere assoluto, di essere in grado di tramutare la Materia in altra Sostanza, ed è proprio in virtù di questo sapere che costringe il padre di Sara a cedergli la figlia in cambio della conoscenza alchemica e magica.
Nel rimembrare questi fatti Mr. Hewitt si rivede nel ventre del «Grande Pesce», novello Giona, e risente la sua voce e quella di lui, che discutono su ciò che è il motore del mondo: la Materia, l’Energia, è l’idea sostenuta da Gruber, il Pensiero, la Volontà, è invece quella di Hewitt. E nel sottofondo delle loro discussioni c’è il suono del pianoforte di Sara, la magia della musica, che cattura l’anima e la porta a galleggiare nel nulla.
È lei, Sara, l’altra metà della sua anima.
Ma è anche la schiava dell’uomo che il padre le ha imposto di sposare, in un patto di orrore e di sangue.
E l’Odio si alterna all’Amore. Sara non può salvare il marito, perché non lo ama, incatenata dall’ultima maledizione del padre, morto suicida.
E quando il «Pesce d’Argento» sta per posarsi a terra, avviene l’atto finale: Sara vuole essere di Hewitt, per sempre, ma l’odio di Hermann Gruber si trasforma in fuoco ed avvolge tutto e tutti. Mr. Hewitt, disperato, maledice il suo nemico, e pochi istanti prima che il fuoco l’avvolga, l’ultimo atto d’amore di lei gli salva la vita.
Sara muore, ma anche Mr. Hewitt, nel momento stesso in cui viene salvato, muore con Sara. Da quel momento il tempo ha perso per lui ogni dimensione, il presente e il passato si fondono, gli anni trascorrono nella solitudine in attesa che le anime dei due amanti, incontratisi per un istante, si riuniscano, fondendosi l’una con l’altra.
Unico depositario del segreto di Mr. Hewitt è Nathan, che da uomo semplice non può capire la grandezza del sogno.
E così il viaggio che Mr. Hewitt rivive appare il folle vaneggiare di un vecchio, che non sa, che non conosce la dimensione del tempo, mentre, in realtà, come le onde dell’Oceano sulle rive di Long Island, vivendo ha conosciuto la Morte nel momento stesso in cui la sua Donna gli ha ridato la vita.
Ed il dilemma sembra non avere soluzioni: il Bene ha vinto sul Male, ma la presunzione umana di ottenere il dominio della Materia ha sacrificato innocenti e colpevoli, vittime e carnefici.
Il pensiero di Mr. Hewitt sembra dominare sulla Materia, la Volontà sul Potere, la Ragione sull’oscurantismo della Follia; ma è proprio così, o la sopravvivenza dell’Uomo Buono è soltanto apparenza?
Il mito di Faust, l’anima venduta al Male, per sete di potere, quello di Dorian Gray, assassino per amore di se stesso e quello di Giona, rinato dal ventre della balena, trascritti con uno stile fluido, innovativo, perfetto nell’intreccio degli avvenimenti, rivivono con assoluta originalità in questo splendido romanzo di Marina Vio.

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