Leonardo Selvaggi

SAGGIO
di Leonardo Selvaggi
Pagine: 36
Prezzo: non riportato
 


 

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PROFILO DELL'AUTORE

LEONARDO SELVAGGI è nato a Grassano (Matera), residente a Torino in Via Val della Torre, 226. Dirigente Superiore del Ministero per i Beni Culturali.
Scrittore, poeta, saggista, ha ottenuto numerosissimi premi ed è collaboratore di importanti testate editoriali. Ha curato sei Antologie di Poesia contemporanea.
Della sua attività letteraria hanno scritto centinaia di critici su giornali e riviste. È autore di una sessantina di volumi, suo ultimo “Il mio esilio”.
Il Centro di Studi e Ricerche “Mario Pannunzio” gli ha conferito il Premio Speciale del Presidente della Repubblica per la letteratura 1988. Il 3 giugno 1989 gli è stata conferita l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine “Al merito” della Repubblica Italiana.

 

VITTORIO MARTIN: POETA E PITTORE

Tradizioni virtù e semplicità di vita

Vittorio Martin con i versi e la pittura è tutto legato al suo borgo, alla terra del Friuli, alle tradizioni, a tutti gli angoli dei luoghi che conoscono le sue amarezze, i pensieri chiusi nel silenzio.

Quello che rende forte, piena l’espressione è il ritrovarsi insieme linguaggio poetico e colori dei suoi quadri. Il suo mondo fatto di ricordi, in profondo significato di vita prende il passato, radicato negli antichi costumi, nelle poche cose amate, in tutte le indelebili immagini di presenze schiette fisse nella mente. L’estro pittorico evidenzia i pensieri, li completa, dà un approfondimento. La stessa rima baciata delle sue poesie, che leggiamo nel volume "Stevenà, luci e ombre", abbraccia in un unico intreccio vita e ambiente, va con tutto ciò che sostanzia le caratteristiche di un tempo, con il borgo "grazioso addormentato", per i vicoli raggomitolati che sono come nidi di piuma, con dentro naturalezze, candore, umori. Si vedono "i carri senza rumori acustici", "il grandioso focolare", richiamo di effetti, centro della casa, "sul tagliere la polenta fumante". In fondo al cuore la virtù della parsimonia, tutto un attaccamento a quello che si teneva intorno. Una simbiosi tra la propria esistenza e le case di pietra, le fatiche dure, "una tribolazione per tutta la vita / tutto sembrava essere cosa proibita". Eppure tanta forza di resistenza si aveva e volontà, quasi si era fatti di ferro, le percosse del tempo infido non lasciavano tracce sulle carni rassodate, scarne, nodose.

 

Le novità delle immigrazioni corrompono il passato

Si andava in altri luoghi in cerca di lavoro, con tanta tristezza, ci si sentiva tagliati da tutto un passato vissuto nella semplicità e negli stenti. Gli animi stretti in un recinto di abitudini, come un peso addosso ogni cambiamento che si avverte e nel contempo serpeggia nella persona un senso di insoddisfazione, si vuole uscire dalle ristrettezze. Qualche casa nuova che si aggiunge crea un’aria diversa, ci si sente disorientati, della incertezza sa di lacerazione. Cominciano a sradicarsi le fondamenta che gli avi avevano messo nella vita e nella operosità di ogni giorno con i suoi ritmi costanti. Nel volume "Stevenà, luci e ombre" di Vittorio Martin si è volti ad un sovvertimento di modi di essere, gli stessi immigrati ritornando al vecchio borgo hanno un viso mutato, altre esperienze, altri desideri si sono infiltrati, che mettono ansie. Quell’amore e quella fedeltà verso le antiche usanze si stanno sopprimendo. Un istintivismo più forte porta ad essere rabbiosi e irritati. Si va dietro alle promesse che prospettano una vita migliorata. La poesia con nostalgia si incontra con la pittura: si vogliono tenere ferme le originarie immagini del borgo, mentre si nota diffuso uno stato di abbandono. I colori pieni danno la sensazione di qualcosa che si scompone, bagliori di luce penetrano a simboleggiare con le piante dipinte a forma di croce il corrompimento dello sfondo primigenio delle passate generazioni.
 

continua

© Copyright by: Leonardo Selvaggi

- VETRINA LETTERARIA -

 
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