Romanzo breve
      
    di Monica Fiorentino
       e Angelo Di Pino
      
    Pagine: 26
       Prezzo: 3,50 euro
       E-mail: non indicato
       Tel.: 333 9385362

    PROLOGO

    Desideravo da sempre scrivere un racconto lungo adatto a lettori piccoli ma di interesse anche per i più grandi, affascinata da Tolkien, dai maghetti della mia infanzia, dallo splendore delle fiabe che lette ai bambini hanno dentro un significato intrinseco che è d’insegnamento anche per gli adulti, ho tentato spesso una formula del genere ma con risultati deludenti. Un sogno quindi da realizzare era per me riuscirci! È stato proprio leggendo le prime pagine di alcuni quaderni scritti a mano da Angelo Di Pino quando era ancora piccolo, che è venuta a crearsi invece in me la fase giusta, erano i primi di dicembre dell’anno duemilatre e veniva ad affacciarsi dinanzi a me un mondo, il suo, adatto a quanto da sempre avevo voluto narrare ma che non ero mai riuscita bene a mettere a fuoco. Quanto avevo scritto in precedenza anche se inizialmente mi sembrava sempre ottimo veniva poi sistematicamente scartato, rielaborando invece le sue storie sentivo che andando avanti con la trama in un crescendo che riusciva a prendermi totalmente, ciò non accadeva. Nibli il personaggio creato dalla sua infanzia era perfetto e costruendo pezzo per pezzo unendo personaggi e vicende per metà mie e per l’altra sue è venuto fuori questo lavoro. Per me un sogno realizzato!

    M.F.

    14/02/2004

     

    CAPITOLO I

    Nella Galassia la pace e l’armonia regnavano sopra ogni Pianeta e ovunque i popoli trascorrevano tranquilli le loro giornate lavorando e studiando per il progresso: umanoidi, robot e macchine armoniosamente insieme costruivano il loro futuro ed il domani del mondo con amore e gioia. Le grandi scoperte aiutavano tutti a vivere meglio e l’impegno degli scienziati portava innovazioni e strutture sempre più perfette. Ma se le buone scoperte aiutavano a migliorare il quotidiano abusarne ne diminuiva il lato positivo creando di riflesso altri disagi, ed uno di questi aspetti negativi il Pianeta Pandor territorio piccolo ma ricco di vegetazione e per la sua posizione spesso baciato dal sole, direttamente ne stava pagando le conseguenze. Infatti un gran numero di navicelle spaziali stava giornalmente ad ostruirne le strade, limitando gli spazi liberi per il passeggio riempiendo le vie di un traffico esagerato e malsano e per far fronte all’ingente problema molti scienziati all’interno della Base Centrale, luogo attrezzato per gli studi e le ricerche stavano da mesi studiando una soluzione, l’automazione aveva reso gli spostamenti più veloci e le possibilità di coprire lunghe distanze più agevole, ma se erano in troppi a muoversi ciò che era cosa ottima diveniva cattiva.
    Quel giorno sul Pianeta si vociferava fitto, fitto erano ormai giunti gli ultimi del mese di febbraio e quella mattinata il Re Dan dalla balconata maggiore avrebbe dopo tanto tempo dato delucidazioni al popolo in attesa circa i risultati ottenuti e tutti fremevano bisognosi di un cambiamento, giunti ormai ad un livello minimo di sopportazione e aspettavano la voce del loro sovrano con ansia.
    Dan nervoso con indosso la tuta argentata dai ricami futuristici agli orli, avvolto nel suo mantello rosso attraversò il lungo corridoio dalle pareti color crema all’interno della Base in cerca della bella Lia, la sua adorata compagna, sventolando il floppy coi dati appena ultimati dal Professor Versin. Il nuovo progetto era finalmente compiuto. Erano riusciti a concluderlo in tempo ed il popolo avrebbe saputo tutto nei minimi particolari sin da quella adunata senza dover attendere ancora. Era stato un lungo lavoro ma i risultati erano davvero stati eccellenti, finalmente Pandor avrebbe avuto un traffico contenuto e molte più zone libere per il passeggio.
    Correndo verso la camera della Regina, Dan svoltando sulla destra scorse stranamente la Sala Centrale semiaperta segno che qualcuno era al suo interno, luogo fra più delicati ed importanti dov’erano contenute le menti di tutti i computer e le più sofisticate apparecchiature, a pochi era dato di potervi accedere e siccome in quel momento tutti i professori erano intenti a redigere gli atti del nuovo progetto, con fare apprensivo il giovane entrò pigiando il tasto di completa apertura delle porte di ferro. Come aveva intuito non erano i grandi maestri ad occupare la camera bensì Nibli e nello scorgere l’animaletto intento a curiosare sui display le notizie segrete, la sua rabbia fu incontenibile. "Sai bene che non devi spiare quel lavoro, stai trasgredendo le regole!". Colto sul fatto il piccolo dal flessuoso corpo formato di molteplici palline che gli permettevano di allungarsi e strisciare spinto dalla piccola coda, di colpo si raggomitolò su se stesso nascondendo il musetto adunco nelle spire delle sue membra lampeggiando i grandi occhi rossi, pieni di vergogna. "È pericoloso Nibli e sai che non vogliamo per nulla al mondo che tu corra dei rischi!" rimbrottò il Re con le mani sui fianchi nervoso. Allungandosi il cucciolo strusciò velocemente verso di lui e sollevandosi di colpo cercò il suo abbraccio pentito e desolato. Seppure ancora arrabbiato Dan legato al piccolo da un sentimento profondo sciolse il suo viso imbronciato in un sorriso e lo accolse stringendolo forte a sé, tutto scodinzolante di felicità per il perdono ottenuto. Nibli era un gran curioso ma non agiva mai con cattiveria, sapeva bene che le regole non dovevano essere infrante ma certe volte disubbidiva spinto soltanto dalla sua indole indiscreta, ma se questo finiva col ferire Dan e Lia poi lui si ritrovava a soffrire il doppio. Abbandonato dopo poche ore dalla nascita sulla Via Lattea solo e senza cibo, era stato grazie ai sovrani di Pandor che di passaggio con la loro nave vedendolo si erano subito fermati per raccoglierlo e dargli i primi soccorsi, se era ancora vivo. Tremante e impaurito cuccioletto di appena tre piccole palline aveva trovato fra le braccia della dolce Lia subito calore e un amore smisurato, sul Pianeta era stato accolto da tutti con affetto e rimpinzato per bene riuscendo a crescere di ben cinque grasse palline salvandosi dal deperimento. A loro due doveva la vita ma quello che li legava era mille volte maggiore, e seppure fosse d’indole un vero discolo tentava di moderarsi e correggersi per essere sempre motivo di orgoglio, ricambiando il loro amore. Stringendolo a sé Dan baciò la sua testolina liscia e ferrosa facendo drizzare di euforia la sua codina "Nibli sii sempre ubbidiente e ascolta i nostri consigli. Il popolo di Pandor spera in un futuro migliore ed in questa stanza sono racchiuse tutte le sue speranze, qui ci sono progetti e pagine segrete che nemmeno io conosco perché è bene che solo i Professori sappiano, per questo ti è stato proibito di entrare, non infrangere più le regole."
    L’animaletto comprendendo appieno il suo errore grazie a quelle parole affettuose, sgusciò dalle braccia del Re e si attorcigliò intorno alla sua gamba destra per colmarlo di effusioni. Lia che piano stava attraversando il corridoio della Base in cerca del consorte, bellissima nella sua lunga veste dorata dalla gonna con stampe preziose di luce, nel vedere i due scambiarsi reciprocamente coccole tanto calorose sorrise comprendendo che era successo di sicuro qualcosa poco prima e che erano intenti a fare pace. Anche lei ricordava bene il pomeriggio di anni addietro quando avevano raccolto quel cucciolo di poche magre palline tutto raggomitolato e impaurito, appena riprese le forze dopo aver ricevuto cure e cibo a sazietà lui aveva raccontato loro la sua triste storia e lei ancora teneva vivido nel cuore il ricordo del dolore profondo che aveva provato nell’ascoltarla. Nato sul Pianeta Roctur era stato il risultato di un esperimento sbagliato del Re Natindomi, creatura per metà robot e per metà bestia, avara di conquiste e cattiva d’animo che viveva esclusivamente per la realizzazione del suo più grande sogno: creare un’arma capace di distruggere gli altri pianeti e divenire il padrone assoluto dell’intero Universo. Frutto di alcune gocce di un’articolata mistura che dalla provetta erano accidentalmente cadute sopra un "mantienipanni*" causando un’esplosione di colori dal cui interno era sbucato lui animato e capace di un’intelligenza propria, la sua nascita aveva subito mandato il maligno Sovrano su tutte le furie, non era di un cucciolo che lui aveva bisogno ma di un ordigno capace di distruggere la pace degli altri pianeti intorno, che presi nei loro ritmi e nel loro tranquillo quotidiano nemmeno sapevano della sua esistenza!

    continua

    - VETRINA LETTERARIA -

     
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