Poesie di Gemma Bertoncin
   Pagine: 67 
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PROFILO DELL'AUTRICE

GEMMA BERTONCIN, è nata a Vicenza.
Ha studiato alle Regie Scuole Tecniche commerciali. Impiegata come interprete di francese prima, poi come stenografa e più tardi come operatrice di commutazione (telefonista scelta) alla Telve-Sip-Telecom, finché giunta alla pensione con 41 anni di servizio si è data alla letteratura scrivendo poesie e racconti. Attraverso questa sua passione ha conseguito parecchi premi e riconosci-menti, tanto da ricavarne una mostra personale indetta dal Comune e dalla Casa di Riposo di cui è ospite da circa nove anni. Fra i premi più importanti che le sono stati assegnati figurano un 2° e un 3° grado di Viareggio e Pescara, un 1° Italo-Tedesco di 4° grado del Centro Europeo di Roma e altri premi speciali sempre a Roma e di 3° grado ancora ad Aosta, La Spezia, Toscana, Cam-pania e Sicilia, San Bonifacio di Verona, due premi speciali, e altri premi prestigiosi di cui è orgogliosa. Scrive racconti sui giornali ed è stata intervistata più volte dai quotidiani.


      Io credo

      La giornata comincia così,
      dicendo:
      Io credo, o Signore!
      Non ho paura, vedi?
      Perché io credo in Te!
      Il mio cuore
      non s’è perduto,
      e i miei passi
      la Tua strada
      non hanno smarrito;
      che altro vuoi da me?
      Ti assicuro, io credo e crederò
      sempre in Te!
      Solo fa, o Signore,
      che io, riesca a staccarmi
      dalle cose del tempo
      con ottimismo e preghiera
      con gioia e coraggio!
      Senza rimpianto del passato
      lasciare le mie sofferenze
      nel ricordo della mente
      per uscire dal campo dell’umanità
      indenne e senza macchia
      credendo solo, al domani con Te!


      Signore, fa che...

      Signore, da lassù,
      fa che non amiamo
      solo noi stessi,
      non amiamo soltanto i nostri,
      non amiamo solamente...
      quelli da noi amati.

      Fa che il nostro pensiero
      sia agli altri,
      amando cioè quelli
      che nessuno ama...
      Signore, datti pena
      per tutti i poveri del mondo
      per gli ammalati tutti,
      ricorda i tuoi Lebbrosi,
      a cui hai sorriso
      quando eri su questa Terra,
      e che ancora Ti implorano
      con le mani senza dita...
      e le braccia senza mani...

      Datti pena e misericordia
      per coloro che oggi,
      portano addosso i mali
      più dolorosi, ancora mali...
      ma dell’ultimo secolo,
      e che Tu hai voluto...
      per l’ispirazione finale
      onde riconoscere Te!


      Madonna mia!

      Ma dove sei andata, Madonna mia
      che qui la Terra è così cambiata?
      Nemmeno Tu non ci sei più,
      a piangere quaggiù.
      Dunque è vero che il Mondo,
      anche dove sei nata Tu,
      non esiste proprio più.
      Il Creatore di tante cose belle
      il Diluvio non ha mandato,
      ma visto un mondo maciullato,
      da guerre, da omicidi, da cose inaudite
      che nemmen dal tempo di Caino erano seguite,
      allora che cosa mai ha Egli decretato?
      Le preghiere tante volte esaudite,
      la gente tutta credere non può,
      che Tu ascoltarle non voglia più.
      Intercedi o Maria, Madonna nostra e anche mia,
      torna fra noi ma senza piangere, deh via,
      che tanto bene sempre ci hai portato
      nel nome di Gesù, il Figlio tanto amato!
      Torna sì Maria, non solo qualche volta
      ma sempre, nelle famiglie tutte, apri il cuore
      e le menti dei figli nostri, salvali dai mali
      del mondo d’oggi, sta a loro vicino, fa di essi
      dei sudditi angelici che possano riconoscere in Te
      la vera Regina Celeste del Cielo e della Terra!


    - VETRINA LETTERARIA -

     
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