Poesie
di Maria Campanelli
Pagine: 48
Prezzo: non indicato
 


 

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PROFILO DELL'AUTRICE

MARIA CAMPANELLI, insegnante elementare a riposo. Vive a Torino.
Collaboratrice di riviste cattoliche culturali.
Conferenziere a gruppi anziani.
Accademico di San Marco (Sezione Poesia).
Accademico del «Richiamo» (Sezione Letteratura).
Presentatrice e moderatrice a «Lunedì Cultura».
Ha pubblicato i seguenti libri: «Petali sparsi» (poesie), «Memorie» (racconti), «Clima d’infanzia» (favole), «Arcobaleno» (poesie), «Natura» (poesie).
Recentemente ha ottenuto i seguenti premi: «Chimera d’Oro» (Roma), «Andrea da Pontedera» (Pontedera), «Golfo di Napoli» (Napoli), «Ungaretti» (Napoli), «Città di Pompei» (Pompeo), «Puglia Viva» (Foggia), «San Valentino» (Terni).
Presente in diverse antologie, riviste e agende letterarie.
Hanno scritto di lei: «Decisamente espressiva, la stesura dei versi è limpida e permette di cogliere rapidamente i passaggi e le sensazioni poetiche».


      L'abbraccio del silenzio
      Straordinaria percezione
      d’un silenzio che m’abbraccia,
      mentre il corpo tenta
      da terra sollevarsi.
      
      È dolce prigionia
      d’una bellezza
      che non vedo
      e non conosco il nome.
      
      È un modo e un tempo
      che accompagnano un desiderio
      arcano di nobile
      e soave ricchezza.
      
      È bello, è strano, ma vero.
      È toccante e inebriante
      ai margini d’un lago
      dalla luna illuminato.
      

      Un tocco di campana
      Un tocco, un rintocco, in lontananza odo,
      lento, pacato spandersi in ogni dove,
      nella prima nebbia della sera.
      
      Un annuncio? Una chiamata?
      Al cuor mi parla, sottovoce,
      e la mia libertà rispetta.
      
      Non ho voglia di pregare.
      Non so pregare.
      Solo il silenzio, o Signore, può cantarti.
      
      Tu conosci il segreto dei cuori
      e i momenti poetici e gentili
      per ricordarti.

      Musicar l'offesa
      Ah, se potessi
      musicar l’offesa;
      gioia ne trarrei
      e non tristezza.
      
      Piombar la sentirei
      nel fondo del
      mio cuore,
      per cangiar colore.
      
      E... ricambiar l’offesa
      con più candida,
      leggera, nuova fedeltà
      a chi offeso m’ha.

    - VETRINA LETTERARIA -

     
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