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Alcuni piccoli accorgimenti potrebbero salvare il mondo Carissimi tutti,
Un laboratorio di scrittura creativa nell'ambito dell'Associazione? Cari lettori,
1) Il fatto che si sia preso la briga di dare comunque delle risposte che non
era obbligato a dare circa le modalità che rendono una scrittura valida e
piacevole, mettendone in luce i fattori che possono sacrificarla e di questo
lo ringrazio.
2) La frase che ha citato di Massimo Troisi «La poesia non è di chi la scrive,
ma di chi gli serve» e già questa è una bella sfoltitura di tutto quello che
spesso crediamo essere poesia.
3) Perché no, un laboratorio di scrittura creativa nell'ambito
dell'Associazione? Tutto sommato se è così richiesta!!! È stimolante pensare
ad una scuola tra «amici», anche distanti, dove dal proprio computer si
possono seguire suggerimenti, eseguire esercizi, averne una valutazione, anche
pagando una iscrizione naturalmente!!!
Non me ne voglia Presidente, ma a volte le Sue idee sono geniali anche quando
il contesto in cui vengono espresse non è proprio quello del volerle
promuovere. Complimenti a tutti i premiati e sono contenta di sapere che il
livello delle opere si è innalzato: un bello stimolo per tenere il passo!
Danila Zaninelli
Bisogna saper perdere Caro Nicola,
Ho letto alcuni stralci delle lettere relative al concorso, ma dico: Non si
può vincere sempre! Ricordi Nicola quando vinsi il Primo Premio di «Scriviamo
un Libro insieme» nel 2002? Per me fu una gioia grandissima, ma ho avuto, in
quella occasione, e da parte di chi ha letto il racconto, ripetuti consensi.
Ebbene, due anni dopo lo inviai ad un concorso letterario al quale si poteva
partecipare con racconti editi e vincitori di altri premi. Ebbene, non mi sono
neppure classificata! Pazienza, evidentemente quella giuria avrà avuto delle
motivazione, che ne so! Auguro a tutti di vincere ma, soprattutto di sapere
perdere, almeno qualche volta.
Fosca Andraghetti
«Le più belle Poesie della Religione Cristiana» Ciao Nicola,
Con il suo primo romanzo si classifica in semifinale Egr. Dr. Nicola Maglione, Un buon libro deve sapere far discutere Carissimi amici, Un grazie a tutti coloro che aiuteranno la Comunità Mamma della Pace Carissimo Nicola, La «Bomboniera/Libro»: un gesto d'amore e di solidarietà verso i più poveri Egregio Presidente Nicola Maglione,
Potere, Politica, Grande Fratello: chi ci salverà da questo circolo vizioso? Da qualche tempo a questa parte mi
sono reso conto che i programmi televisivi oggi trasmessi sono
degenerati particolarmente. Fino a qualche anno fa si trasmettevano dei
film e i giornalisti potevano esprimere le proprie opinioni. Ed oggi? Se
a qualcuno non piacciono i varietà stile «Grande Fratello» può anche non
accenderla proprio la TV. Ed io, infatti, non la seguo ormai da tempo,
ad esclusione di qualche documentario che purtroppo pure sono schierati
politicamente. Recentemente ho di sfuggita ascoltato alcune parti della
trasmissione «Forum» in cui era in corso un processo a due coniugi di
cui uno voleva trasferirsi e l'altra preferiva restare lì dove era. Non
so come si sia risolto il problema in termini di legge. Non sembra a voi
che sia una grossa pagliacciata? È come processare qualcuno che vuole
tagliare la relazione col proprio fidanzato/a. Ma vi sembra corretto che
la televisione ci bombardi con tali idiozie? E «Forum» è solo il meno
peggio. Ormai non esiste programma televisivo che non sia politicamente
schierato o, peggio, un sottoprodotto delle forze politico-economiche
esistenti sul territorio nazionale. Mediaset non può che essermi da
modello di critica in questo momento. In una scorsa puntata di «Ballarò»
ho sentito il presidente Confalonieri dire che la gente potrebbe
stancarsi di leggere Platone e preferire i varietà qualche volta.
Ebbene, io che personalmente non leggo Platone ma altro, nelle sere in
cui non mi va di leggere non guardo il «Grande Fratello» perché non mi
piace essere preso in giro. Un branco di idioti a cui viene detto cosa
dire e cosa fare in quella «Casa» non può prendersi gioco di me,
esponendosi inoltre il programma come educativo. Mentre il
surriscaldamento del pianeta distrugge l'umanità noi seguiamo le vicende
amorose dell'ex Presidente del Consiglio. A me tutto ciò non sembra
normale, e a voi? Alcuni scienziati del clima reputano lo stato di Gaia
già ad un punto di non ritorno e i più ottimisti non sono presi nella
giusta considerazione. In Italia, la politica non esiste più. Beppe
Grillo lo dice da anni e sul suo Blog sta pubblicando documenti che
rinfacciano al sistema sociale, politico ed economico italiano degli
imbrogli scandalosi. Sinistra e destra non esistono. Esiste solo una
accozzaglia di funzionari di forze economiche più grosse di loro. Il
mondo è, ad oggi, governato dalle multinazionali ed i politici sono loro
dipendenti. Basti pensare al fatto che l'intera amministrazione Bush sia
stata costituita e pubblicizzata dalla Exxon Mobil (la più grande
compagnia petrolifera del mondo) che ha richiesto «giustamente» in
cambio una reticenza sul riscaldamento globale. La «Grande Democrazia» è
succube di una multinazionale: come può progredire un paese se la
giustizia viene calpestata in questo modo? E gli imbrogli elettorali,
elaborati con semplici software informatici, sono quasi una cosa da
nulla. La televisione li ha fatti passare per cose da nulla! Un solo
voto truccato, a parer mio, vale l'etichetta di una democrazia finta, le
cui radici sono come già detto interessi, interessi, interessi. I voti
si comprano, si scambiano sul mercato come la frutta e chi ne acquista
di più ha licenza di dichiarare guerra contro i principi della moralità.
«L'Italia ripudia la guerra». Ma secondo i politici uno Stato deve
subordinarsi alle logiche internazionali. Un popolo intero non vuole
guerre, crede sia ingiusto finanziare i partiti politici o i giornali
eppure queste cose avvengono! Per anni Mediaset ha plasmato la capacità
critica di milioni di persone, preparandoli ad ammirare un Costantino o
quell'altro. Non mi ricordo i loro nomi, non mi va neppure di sforzarmi
di ricordarli. Ci siamo calati in una mentalità accondiscendente il che
è molto pericoloso per la democrazia. Sui siti web di informazione
indipendente si tratta di argomenti di cui la nostra televisione non
accenna neppure: persecuzioni (ma che dico? sì, proprio persecuzioni) di
popoli indigeni, torture nelle carceri, imbrogli colossali nelle
istituzioni governative, collaborazioni epocali tra partiti e aziende e
via dicendo. E a chi dice che tutto ciò c'è sempre stato e sempre ci
sarà rispondo che avrà ragione finché ci saranno persone che la pensano
esattamente come lui. A cosa può servire il Blog di Grillo o i movimenti
pacifisti e no-global? Beh, chiedendoci se hanno portato la pace ovunque
o impedito la nascita di dittatori o risolto il problema della fame nel
mondo allora dobbiamo rispondere «no». Ma se ci chiedessimo se hanno
contribuito a creare nelle nostre generazioni una capacità di discernere
la giustizia dall'illegalità, la moralità dall'immorale, il senso delle
leggi dagli imbrogli allora non potremmo che rispondere
affermativamente. Perché già il fatto che si abbia la capacità di
rendersi conto delle cose sbagliate è fondamentale. Quando si perde
anche questa capacità tutto diventa normale ai nostri occhi ed allora
noi stessi finiremmo per agire in malo modo coscienti di fare qualcosa
di buono, incrementando ulteriormente un circolo vizioso. Invece a cosa
hanno portato i politici e i loro partiti (che hanno sempre criticato le
manifestazioni di piazza) con il loro modo di fare? Agire
nell'illegalità ha un impatto devastante. Pensate al licenziamento di
Biagi: quanti giornalisti esordienti hanno capito che per emergere non
si può seguire libertà di opinione? E purtroppo, in Italia è questo che
dobbiamo contrastare. Stiamo perdendo il senso delle istituzioni perché
gli imbrogli sono così all'ordine del giorno che ormai non ci facciamo
più caso. E nonostante tutto i vari Bush, Berlusconi e altri continuano
a rimanere ai vertici. Perché? Berlusconi è oggi molto più di un
politico. È un idolo delle nostre generazioni. Tutti vorrebbero il suo
potere. Questo è il problema. Il potere non è quello che cercano di
inculcarci. Non è la capacità di licenziare, quella di guadagnare e fare
profitti, quella di avere imperi economici o la guida di partiti
politici. Questo non è potere, è solo capitalismo. Il potere è di chi è
capace di guardare dentro sé stesso e seguire la propria strada senza
paura di quello che potrà capitargli. Il potere è di chi è coerente con
i propri pensieri, di chi come Saviano e tanti altri che operano
nell'anonimato seguono il proprio coraggio piuttosto che le direttive
delle aziende. È idealismo? No, questo è il vero potere. È il potere da
apprezzare, imitare e seguire.
Anche Manzoni non era tenero con chi lo recensiva malamente Carissimo Nicola,
La partecipazione a un concorso non dà il diritto di vincere
Illustrissimo signor Maglione,
questa mia e-mail non vuole essere una «rimostranza» per quanto riguarda l'ultima selezione del concorso di poesia che, penso sia stata già fatta nel mese di dicembre. Dagli ultimi avvisi fatti non mi sento deluso. Sono anni che aderisco ai concorsi letterari, in alcune occasioni sono stato anche presidente di giuria, e non trovo giusto che alcuni concorrenti siano stati indelicati nei confronti dell'Associazione. La partecipazione non DA certamente IL diritto ad essere un finalista o vincitore. Di tutto ciò sono rimasto un pochino deluso. Distinti ossequi anche a tutti quelli che come me non sono stati selezionati! Mimmo Santoro
Non figuro tra i finalisti, ma sono comunque felice di aver partecipato Cara Giuseppina,
È necessario credere nella propria opera Illustrissimo Presidente,
egregi colleghi di penna,
è già di per sé una soddisfazione mettere a confronto i nostri scritti, nel senso più costruttivo e artistico che il termine «confronto» abbraccia. In un concorso non si può essere tutti quanti finalisti. Ancor meno possiamo essere tutti quanti vincitori assoluti. Prescindiamo dal fatto e «giudichiamo» che la giuria abbia fatto ogni cosa con onestà professionale. È chiaro che ciascun autore crede nella propria opera; la ama come una creatura partorita dalle proprie viscere. Questa è la cosa importante. Io ho presentato la mia raccolta di racconti intitolata «La leggenda dei Cavalieri Apuani». Un omaggio alla terra di Toscana nella quale sono nato e cresciuto: le Colline del Candia, l'Alta Versilia, le Valli della Lunigiana e le confinanti Cinque Terre della Liguria. Una cavalcata sulle ali della fantasia fra antico e presente, fra storia e leggenda, scaturita dalla mia vena letteraria. Ci ho creduto e ancora ci credo. Ho ricevuto consensi. Continuo a riceverne. Ecco fatto. Ho parlato di una delle mie opere. Ne continuerò a parlare. Altre ne scriverò. E questa è già di per sé una soddisfazione. Per il resto e per quanto mi riguarda: «Che abbia vinto il migliore!»
Un ringraziamento e abbondante cordialità a tutti.
Ermanno Maria Simonini
L'importanza del confronto con altri autori
Desidero scrivere a Penna d'Autore complimentandomi per la sua
impostazione. Mi riservo di riscrivere per partecipare al clima di
scambio di opinioni con altri autori.
Non si finisce mai di imparare ed è sempre utile confrontarsi con gli
altri.
Distinti saluti
Mariapaola Cavigiolio
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