La posta degli Autori

 

INDIRIZZATE LE VOSTRE LETTERE A UNA DI QUESTE DUE E-MAIL:
ali@pennadautore.it oppure
associazione@pennadautore.it

 

Alcuni piccoli accorgimenti potrebbero salvare il mondo

Carissimi tutti,
mi chiedo spesso fino a che punto arriveranno le violenze in questo mondo. Oramai abbiamo visto di tutto o pensiamo di avere visto e sentito di tutto, può essere invece che non abbiamo ancora visto niente. Personalmente però, comunque sia, avrei sempre la tendenza a guardare là, dove accadono anche cose belle e, nel mio piccolo, inviterei tutti voi, a farlo.
Con questo non dico di sottovalutare certe notizie ma, io credo sia utile per tutti rinnovare lo spirito per riconciliarsi col mondo. È sufficiente iniziare con un saluto, un sorriso o fermarsi un po' a scandagliare il nostro io nel profondo.
Non voglio certo fare il moralista ma, ne sono certo, alcuni piccoli accorgimenti potrebbero un giorno salvare il mondo.
Un abbraccio a tutti voi e un grande grazie a PENNA D'AUTORE.
Antonio Giraldo

 

Un laboratorio di scrittura creativa nell'ambito dell'Associazione?

Cari lettori,
Due cose mi hanno colpito della lettera del dr. Maglione, anzi tre:

1) Il fatto che si sia preso la briga di dare comunque delle risposte che non era obbligato a dare circa le modalità che rendono una scrittura valida e piacevole, mettendone in luce i fattori che possono sacrificarla e di questo lo ringrazio.
2) La frase che ha citato di Massimo Troisi «La poesia non è di chi la scrive, ma di chi gli serve» e già questa è una bella sfoltitura di tutto quello che spesso crediamo essere poesia.
3) Perché no, un laboratorio di scrittura creativa nell'ambito dell'Associazione? Tutto sommato se è così richiesta!!! È stimolante pensare ad  una scuola tra «amici», anche distanti, dove dal proprio computer si possono seguire suggerimenti, eseguire esercizi, averne una valutazione, anche pagando una iscrizione naturalmente!!!
Non me ne voglia Presidente, ma a volte le Sue idee sono geniali anche quando il contesto in cui vengono espresse non è proprio quello del volerle promuovere. Complimenti  a tutti i premiati e sono contenta di sapere che il livello delle opere si è innalzato: un bello stimolo per tenere il passo!
Danila Zaninelli

 

Bisogna saper perdere

Caro Nicola,
ti mando la locandina di presentazione del mio libro. So che difficilmente potrai partecipare all'incontro, ma mi faceva piacere renderti partecipe di questa cosa per me molto bella.

Ho letto alcuni stralci delle lettere relative al concorso, ma dico: Non si può vincere sempre! Ricordi Nicola quando vinsi il Primo Premio di «Scriviamo un Libro insieme» nel 2002? Per me fu una gioia grandissima, ma ho avuto, in quella occasione, e da parte di chi ha letto il racconto, ripetuti consensi. Ebbene, due anni dopo lo inviai ad un concorso letterario al quale si poteva partecipare con racconti editi e vincitori di altri premi. Ebbene, non mi sono neppure classificata! Pazienza, evidentemente quella giuria avrà avuto delle motivazione, che ne so! Auguro a tutti di vincere ma, soprattutto di sapere perdere, almeno qualche volta.
Fosca Andraghetti

 

«Le più belle Poesie della Religione Cristiana»

Ciao Nicola,
Oggi mi sono arrivati i libri con «Le più belle Poesie della Religione Cristiana»; sono molto ben curati e, ad una prima scorsa, le poesie sono davvero belle e profonde nel significato. La copertina poi, con quell'azzurro cielo che fa da sfondo all'immagine della «Deposizione», sembra condurre alla speranza! 
Leggo con gioia che anche quest'anno sei riuscito a raccogliere una cifra molto buona da destinare in beneficenza. Mi piacerebbe che anche altre Associazioni seguissero il tuo esempio quando indicono un Premio Letterario, ma bisogna avere la giusta sensibilità e sentire i problemi dei molti che soffrono, con vero spirito cristiano.
Ines Scarparolo


 

Con il suo primo romanzo si classifica in semifinale

Egr. Dr. Nicola Maglione,
ho partecipato al Premio Letterario con un romanzo edito da Aletti «Prigioniera di Narciso». È stato il mio primo racconto, scritto circa due anni, tenuto nel cassetto e pubblicato più per incoraggiamento di altri che per mia volontà. Questo è stato il mio primo lavoro e questo di Penna d'Autore è stato il mio primo concorso letterario a cui ho partecipato. Mi sono piazzata nei semifinalisti e non speravo certo di arrivare in finale... Sarebbe stato troppo!!!
Sono comunque contenta del risultato.
Ringrazio di cuore tutti Voi, organizzatori di questa iniziativa, i membri della Commissione e quanti lavorano per offrire queste opportunità a chi ama far scorrere la penna sul foglio... o meglio, a chi fa scorrere le dita sulla tastiera di un pc.
Carla Belletti

Un buon libro deve sapere far discutere

Carissimi amici,
con la pubblicazione dei nominativi dei 10 finalisti della sezione «Narrativa/Saggistica edita», che ancora mancavano all’appello, siamo così giunti alla fine della selezione di tutti gli autori che rientrano nella stretta cerchia dei premiati. Mi dispiace per gli esclusi, di cui alcuni sono legati da una profonda amicizia con Penna d’Autore, ma la serietà di giudizio non deve essere influenzata da fattori esterni; e mi dispiace anche aver visto soccombere altri validi autori che nelle scorse edizioni avevano ricevuto importanti riconoscimenti. Questo significa due cose: A) che c’è stato un innalzamento di valori; B) che bisogna lavorare molto e non adagiarsi sugli allori.
Negli scorsi giorni ho ricevuto alcune lettere, con toni pacati, e domande di ogni genere. Su tutte mi si chiede se sia possibile avere un consiglio sul come scrivere un testo di narrativa, oppure una poesia, perché si vuol capire dov'è l'errore; permettetemi di dire, però, che un premio letterario non è un corso di scrittura creativa dove si insegna a scrivere e a dare suggerimenti.
Detto questo desidero esprimere alcune mie personalissime
considerazioni. Per esempio: tanti scrivono testi importanti che sotto alcuni aspetti sono bellissimi, ma scorrendo le pagine del libro fanno perdere al lettore tutto l'interesse iniziale per il semplice fatto che si perdono in lungaggini, girano e rigirano intorno al discorso, si ripetono in continuazione. E quanti paesaggi vengono dipinti con i colori della fantasia: la bellezza del mare, dei monti, degli alberi, dei fiori, dei boschi, dei laghi... Ma che diamine: siamo tutti d’accordo nel dire che la natura è una cosa meravigliosa che il buon Dio ci ha regalato, ma perché scrivere pagine su pagine su pagine quando poi in effetti, l’argomento principale, era di tutt’altro genere?
E poi concedetemi una battuta scherzosa: LA DOCCIA!!!
Sì la doccia. Evidentemente c’è qualche scuola di scrittura che ha inculcato ai nuovi autori che un bel romanzo è completo solamente se i personaggi si fanno una bella doccia.
Ridiamoci pure sopra, ma penso proprio che sia così!
Avremmo dovuto prendere nota di quanti sono stati quegli autori che hanno usato questo termine per decorare il loro testo di narrativa. «Torna a casa stanco e si fa una bella doccia». «... Era ubriaco fradicio, e si butta sotto la doccia». «Si era alzato con il mal di testa, ma una bella doccia lo avrebbe rimesso a posto». «La giornata era iniziata nel peggiore dei modi e quell’appuntamento di lavoro era così importante che non poteva fallire: doveva farsi una bella doccia...».
Sulla saggistica, che è una sezione importantissima, vorrei dire solamente un paio di cose. Gli autori che si accingono a scrivere un saggio devono essere credibili e riportare dati esatti. Non possono parlare di avvenimenti accaduti nel 415 d.C. e poi confondersi dicendo che quegli anni appartengono al IV secolo, o addirittura ingarbugliare i luoghi storici dove sono realmente avvenuti fatti di vitale importanza.
Sulla poesia mi limito a dire solamente che deve essere musicalità per le nostre orecchie, e se è vero che si scrive per noi stessi è anche vero che chi l’ascolta deve trovare un senso. Come diceva Massimo Troisi nel film «Il postino»:
«La Poesia non è di chi la scrive, ma di chi gli serve».
Un consiglio che mi sento di dare a tutti è quello di non tenere conto del giudizio dei parenti e degli amici; purtroppo loro non diranno mai: «Che pizza sto libro! Penserai mica che me lo legga tutto?» E così vi diranno: «Bravo! Complimenti!». Una bella pacca sulle spalle e via: non parliamone più.
Un’ultima cosa: ricordatevi che un buon libro deve sapere far discutere: se manca questo ingrediente è come mangiare un piatto di minestra senza sale.
Nicola Maglione

Un grazie a tutti coloro che aiuteranno la Comunità Mamma della Pace

Carissimo Nicola,
Volevo ringraziarti tantissimo per tutto quello che stai facendo per il Progetto Comunità «Mamma della Pace» e il progetto del libro per i bambini del Congo.
Le tue iniziative ci riempiono di gioia, in un momento di vita e mondo in cui ne abbiamo tutti particolarmente bisogno. In Associazione, come hai notato sono tutti entusiasti, compreso il Presidente, Aniceto Battani, che è una persona di straordinario cuore, un po' come te.
Ringraziano me continuamente per quanto sta facendo Penna d'Autore, ma io dico sempre loro che l'idea della raccolta fondi e il link nel tuo sito sono tutte idee partite dal tuo buon cuore, io non c'entro nulla, tranne per la fortuna di averti conosciuto.
Ringrazio te e tutto lo staff di Penna d'Autore, con la speranza di abbracciarvi presto.
Spero di riuscire a raggiungervi per la Fiera del Libro a maggio.
Elisa Ferrari

La «Bomboniera/Libro»: un gesto d'amore e di solidarietà verso i più poveri

Egregio Presidente Nicola Maglione,
sono a congratularmi per quanto il suo buon cuore le ha suggerito per aiutare le nostre Comunità «Mamma della Pace» nella Repubblica Democratica del Congo, zona dei Grandi Laghi, dove un numero incredibile di bambini, causa la guerra, sono orfani di uno o di entrambi i genitori e dove i loro diritti sono gravemente calpestati.
Il suo concreto interessamento, per dare vita ad una raccolta fondi destinata a sostenere il costo di stampa del «Libro/Bomboniera», che sarà pubblicato dalla sua autrice, Elisa Ferrari, e che uscirà in occasione del suo prossimo matrimonio, ci è di grande incoraggiamento nel nostro impegno.
Sono anche particolarmente grato alla sensibilità della comune e preziosa collaboratrice Elisa Ferrari che ha voluto destinare il ricavato del libro titolato «Libro per i bambini del Congo - Comunità Mamma della Pace» ai nostri progetti di solidarietà, legando così la nostra Associazione alla vostra ed a tutti gli amici di Penna d’Autore.
Sarà questa un’ottima opportunità per far conoscere a tutti i simpatizzanti di Penna d’Autore la nostra opera e ci auguriamo che molti altri possano seguire lo splendido esempio di Elisa. È una piccola goccia, ma anche il mare è formato da piccole gocce. È un piccolo seme che… potrebbe, presto, diventare pianta.
Sarà mia premura informarla dei contributi ricevuti dagli amici di Penna d’Autore per la stampa del libro.
Tra pochi giorni mi recherò nella Repubblica Democratica del Congo in visita alle Comunità ed avrò modo di parlare di questa splendida iniziativa e far conoscere Penna d’Autore anche in quel lontano Paese, grande otto volte l’Italia.
Abbia ad accogliere l’espressione della mia sincera stima unita ai ringraziamenti, oltre che miei, di tutte le Comunità Mamma della Pace che assistiamo.
Aniceto Battani
Presidente «Comunità Mamma della Pace»

 

Potere, Politica, Grande Fratello: chi ci salverà da questo circolo vizioso?

Da qualche tempo a questa parte mi sono reso conto che i programmi televisivi oggi trasmessi sono degenerati particolarmente. Fino a qualche anno fa si trasmettevano dei film e i giornalisti potevano esprimere le proprie opinioni. Ed oggi? Se a qualcuno non piacciono i varietà stile «Grande Fratello» può anche non accenderla proprio la TV.  Ed io, infatti, non la seguo ormai da tempo, ad esclusione di qualche documentario che purtroppo pure sono schierati politicamente. Recentemente ho di sfuggita ascoltato alcune parti della trasmissione «Forum» in cui era in corso un processo a due coniugi di cui uno voleva trasferirsi e l'altra preferiva restare lì dove era. Non so come si sia risolto il problema in termini di legge. Non sembra a voi che sia una grossa pagliacciata? È come processare qualcuno che vuole tagliare la relazione col proprio fidanzato/a. Ma vi sembra corretto che la televisione ci bombardi con tali idiozie? E «Forum» è solo il meno peggio. Ormai non esiste programma televisivo che non sia politicamente schierato o, peggio, un sottoprodotto delle forze politico-economiche esistenti sul territorio nazionale. Mediaset non può che essermi da modello di critica in questo momento. In una scorsa puntata di «Ballarò» ho sentito il presidente Confalonieri dire che la gente potrebbe stancarsi di leggere Platone e preferire i varietà qualche volta. Ebbene, io che personalmente non leggo Platone ma altro, nelle sere in cui non mi va di leggere non guardo il «Grande Fratello» perché non mi piace essere preso in giro. Un branco di idioti a cui viene detto cosa dire e cosa fare in quella «Casa» non può prendersi gioco di me, esponendosi inoltre il programma come educativo. Mentre il surriscaldamento del pianeta distrugge l'umanità noi seguiamo le vicende amorose dell'ex Presidente del Consiglio. A me tutto ciò non sembra normale, e a voi? Alcuni scienziati del clima reputano lo stato di Gaia già ad un punto di non ritorno e i più ottimisti non sono presi nella giusta considerazione. In Italia, la politica non esiste più. Beppe Grillo lo dice da anni e sul suo Blog sta pubblicando documenti che rinfacciano al sistema sociale, politico ed economico italiano degli imbrogli scandalosi. Sinistra e destra non esistono. Esiste solo una accozzaglia di funzionari di forze economiche più grosse di loro. Il mondo è, ad oggi, governato dalle multinazionali ed i politici sono loro dipendenti. Basti pensare al fatto che l'intera amministrazione Bush sia stata costituita e pubblicizzata dalla Exxon Mobil (la più grande compagnia petrolifera del mondo) che ha richiesto «giustamente» in cambio una reticenza sul riscaldamento globale. La «Grande Democrazia» è succube di una multinazionale: come può progredire un paese se la giustizia viene calpestata in questo modo? E gli imbrogli elettorali, elaborati con semplici software informatici, sono quasi una cosa da nulla. La televisione li ha fatti passare per cose da nulla! Un solo voto truccato, a parer mio, vale l'etichetta di una democrazia finta, le cui radici sono come già detto interessi, interessi, interessi. I voti si comprano, si scambiano sul mercato come la frutta e chi ne acquista di più ha licenza di dichiarare guerra contro i principi della moralità. «L'Italia ripudia la guerra». Ma secondo i politici uno Stato deve subordinarsi alle logiche internazionali. Un popolo intero non vuole guerre, crede sia ingiusto finanziare i partiti politici o i giornali eppure queste cose avvengono! Per anni Mediaset ha plasmato la capacità critica di milioni di persone, preparandoli ad ammirare un Costantino o quell'altro. Non mi ricordo i loro nomi, non mi va neppure di sforzarmi di ricordarli. Ci siamo calati in una mentalità accondiscendente il che è molto pericoloso per la democrazia. Sui siti web di informazione indipendente si tratta di argomenti di cui la nostra televisione non accenna neppure: persecuzioni (ma che dico? sì, proprio persecuzioni) di popoli indigeni, torture nelle carceri, imbrogli colossali nelle istituzioni governative, collaborazioni epocali tra partiti e aziende e via dicendo. E a chi dice che tutto ciò c'è sempre stato e sempre ci sarà rispondo che avrà ragione finché ci saranno persone che la pensano esattamente come lui. A cosa può servire il Blog di Grillo o i movimenti pacifisti e no-global? Beh, chiedendoci se hanno portato la pace ovunque o impedito la nascita di dittatori o risolto il problema della fame nel mondo allora dobbiamo rispondere «no». Ma se ci chiedessimo se hanno contribuito a creare nelle nostre generazioni una capacità di discernere la giustizia dall'illegalità, la moralità dall'immorale, il senso delle leggi dagli imbrogli allora non potremmo che rispondere affermativamente. Perché già il fatto che si abbia la capacità di rendersi conto delle cose sbagliate è fondamentale. Quando si perde anche questa capacità tutto diventa normale ai nostri occhi ed allora noi stessi finiremmo per agire in malo modo coscienti di fare qualcosa di buono, incrementando ulteriormente un circolo vizioso. Invece a cosa hanno portato i politici e i loro partiti (che hanno sempre criticato le manifestazioni di piazza) con il loro modo di fare? Agire nell'illegalità ha un impatto devastante. Pensate al licenziamento di Biagi: quanti giornalisti esordienti hanno capito che per emergere non si può seguire libertà di opinione? E purtroppo, in Italia è questo che dobbiamo contrastare. Stiamo perdendo il senso delle istituzioni perché gli imbrogli sono così all'ordine del giorno che ormai non ci facciamo più caso. E nonostante tutto i vari Bush, Berlusconi e altri continuano a rimanere ai vertici. Perché? Berlusconi è oggi molto più di un politico. È un idolo delle nostre generazioni. Tutti vorrebbero il suo potere. Questo è il problema. Il potere non è quello che cercano di inculcarci. Non è la capacità di licenziare, quella di guadagnare e fare profitti, quella di avere imperi economici o la guida di partiti politici. Questo non è potere, è solo capitalismo. Il potere è di chi è capace di guardare dentro sé stesso e seguire la propria strada senza paura di quello che potrà capitargli. Il potere è di chi è coerente con i propri pensieri, di chi come Saviano e tanti altri che operano nell'anonimato seguono il proprio coraggio piuttosto che le direttive delle aziende. È idealismo? No, questo è il vero potere. È il potere da apprezzare, imitare e seguire.
Carmine Ferrara

 

Anche Manzoni non era tenero con chi lo recensiva malamente

Carissimo Nicola,
ho ricevuto la tua magnifica lettera e non posso dirti che mi sia dispiaciuta, perché noi scrittori, praticamente, scriviamo per piacere; e se qualcuno ci dice che non ha avuto piacere dalla lettura di un nostro scritto, è come se ci infliggesse una pugnalata, che è tanto più profonda quanto più è pesante la critica negativa. So dirti che lo stesso Manzoni non era affatto tenero con chi lo recensiva malamente e che invece era contentissimo quando gli si diceva «Bravo!». Siamo uomini!
Nello Tortora

 

La partecipazione a un concorso non dà il diritto di vincere

Illustrissimo signor Maglione,
questa mia e-mail non vuole essere una «rimostranza» per quanto riguarda l'ultima selezione del concorso di poesia che, penso sia stata già fatta nel mese di dicembre. Dagli ultimi avvisi fatti non mi sento deluso. Sono anni che aderisco ai concorsi letterari, in alcune occasioni sono stato anche presidente di giuria, e non trovo giusto che alcuni concorrenti siano stati indelicati nei confronti dell'Associazione. La partecipazione non DA certamente IL diritto ad essere un finalista o vincitore. Di tutto ciò sono rimasto un pochino deluso.
Distinti ossequi anche a tutti quelli che come me non sono stati selezionati!
Mimmo Santoro

 

Non figuro tra i finalisti, ma sono comunque felice di aver partecipato

Cara Giuseppina,
sono d'accordissimo con quanto scritto da te riguardo la ipersensibilità degli artisti. Ne ho avuto esperienza anch'io!
Tu scrivi che partecipare ad un concorso significa «mettersi alla prova»: perfetto. Parlo da esclusa in seconda battuta: cosa sento in questo momento dentro? La voglia di migliorarmi. Il desiderio che qualcuno mi dica dove sbaglio ed in cosa posso migliorare... Insomma, venire esclusi certo non è un dramma, ma mettersi alla prova potrebbe risultare più agevole e costruttivo, se si ricevono, in caso di esclusione, dei consigli. Che ne pensate? Anche se non figuro tra i finalisti sono comunque felice di aver partecipato, perché ho ricevuto molte emozioni da questa esperienza.
Un augurio sincero a tutti i finalisti. Forza, ragazzi! Ed un grazie all'Associazione per l'attenzione rivolta ai miei scritti.
Marcella Testa

 

È necessario credere nella propria opera

Illustrissimo Presidente,

egregi colleghi di penna,
è già di per sé una soddisfazione mettere a confronto i nostri scritti, nel senso più costruttivo e artistico che il  termine «confronto» abbraccia. In un concorso non si può essere tutti quanti finalisti. Ancor meno possiamo essere tutti quanti vincitori assoluti. Prescindiamo dal fatto e «giudichiamo» che la giuria abbia fatto ogni cosa con onestà professionale. È chiaro che ciascun autore crede nella propria opera; la ama come una creatura partorita dalle proprie viscere. Questa è la cosa importante. Io ho presentato la mia raccolta di racconti intitolata «La leggenda dei Cavalieri Apuani». Un omaggio alla terra di Toscana nella quale sono nato e cresciuto: le Colline del Candia, l'Alta Versilia, le Valli della Lunigiana e le confinanti Cinque Terre della Liguria. Una cavalcata sulle ali della fantasia fra antico e presente, fra storia e leggenda, scaturita dalla mia vena letteraria. Ci ho creduto e ancora ci credo. Ho ricevuto consensi. Continuo a riceverne. Ecco fatto. Ho parlato di una delle mie opere. Ne continuerò a parlare. Altre ne scriverò. E questa è già di per sé una soddisfazione. Per il resto e per quanto mi riguarda: «Che abbia vinto il migliore!» 
Un ringraziamento e abbondante cordialità a tutti.
Ermanno Maria Simonini

 

L'importanza del confronto con altri autori

Desidero scrivere a Penna d'Autore complimentandomi per la sua impostazione. Mi riservo di riscrivere per partecipare al clima di scambio di opinioni con altri autori.
Non si finisce mai di imparare ed è sempre utile confrontarsi con gli altri.
Distinti saluti
Mariapaola Cavigiolio

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